Storytelling fotografico: istruzioni d'uso per aziende e brand (pt.3)

LA STORIA E LA RESA DELL'IMMAGINE

Finalmente arriviamo alla parte pratica, lo scatto, anzi mi correggo subito, gli scatti! Sì, perchè noi crediamo che sia molto difficile parlare di storytelling a livello fotografico se non analizziamo almeno una sequenza di immagini che abbiano un comun denominatore o almeno che creino un “climax” crescente, un inizio, una parte centrale e una fine. Di seguito parlerò anche di come l'uso creativo di diversi obiettivi fotografici aiuti “l'immersione” nelle immagini.   

LA STORIA O SEQUENZA

Come dicevo questa è un’argomentazione che noi sentiamo parecchio. Ci siamo chiesti: ma un solo scatto riesce a raccontare un'intera storia? Sicuramente un singolo scatto fotografico può creare delle fortissime emozioni, può fare in modo che chi lo osserva immagini un prima e un dopo. Ma questo non è propriamente uno storytelling. Se leghiamo un concetto ad una sola foto è più un lavoro/gioco psicologico che stiamo mettendo in atto attraverso cui, il nostro spettatore, immagina tutta una storia che però sarà “viziata” dal suo stato d'animo e dalle sue emozioni che magari poche ore dopo potrebbero essere diverse. Secondo la nostra sensibilità, occorre “guidare” lo spettatore attraverso una storia composta da più immagini in modo da fargli arrivare esattamente ciò che vogliamo trasmettere. È proprio questo il momento in cui chi guarda (e cioè il nostro target) dovrebbe riuscire ad immedesimarsi in ciò che vede, riuscendo in questo avremo ottenuto la giusta attenzione e saremo riusciti a muovere gli ingranaggi della storia.

Foto di Everyday Visuals

LA RESA DELL'IMMAGINE

La nostra successione di immagini può e deve essere raccontata con gli strumenti fotografici più adatti. Questo ci da la possibilità di operare delle scelte tecniche per ottenere un risultato estetico che varia il sapore dell'immagine. Quindi, a patto di essere nel luogo e momento più opportuno, l'ultima variabile per caratterizzare la nostra immagine è la scelta dell'ottica fotografica per raccontare il momento.

Ora lasciatemi fare una velocissima introduzione al mondo tecnico fotografico e, se qualche esperto in materia leggerà questo articolo, capisca che per ovvi motivi non possiamo sviscerare un argomento così vasto. Diciamo che le lenti fotografiche si dividono in “grandangolari”, “normali” e “tele” (con delle categorie intermedie per il puristi).

  • Lenti grandangolari e tele cambiano la percezione degli elementi all'interno della foto e ci aiutano a “raccontare” una scena;

  • Le lenti grandangolari ci permettono di “inserire” e contestualizzare il soggetto nell'ambientazione, ci permettono di descrivere il luogo e l'interazione tra ambiente e soggetto;

  • Le lenti tele viceversa aiutano a “isolare” il soggetto catalizzando l'attenzione sull'azione che vogliamo descrivere.

Proprio per lo storytelling amiamo particolarmente il grandangolo per l'emotività che permette di catturare. Una delle peculiarità della lente è quella di dilatare i piani rendendo l'immagine molto tridimensionale e facendo “sbucare” il soggetto creando un tipo di immagine molto coinvolgente. D'altro canto il tele ci dà la possibilità creativa di connettere alcuni elementi della scena che vengono valorizzati dalla ridotta profondità di campo, senza perdere la percezione del contesto.

Foto di Everyday Visuals